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LE MADONNE CON BAMBINO NELL’ARTE RAVENNATE

Nella giornata dedicata alla Festa della Mamma desidero rendere omaggio al grande dono della maternità, analizzando alcune opere in tema: le Madonne con Bambino nell’arte ravennate.

LA VERGINE NELL’ARTE BIZANTINA

Per lungo tempo la storia dell’arte ci ha restituito un’immagine della Madonna distaccata e austera. 

Mi riferisco alle rappresentazioni legate all’arte bizantina, uno stile nato intorno al V secolo e durato oltre un millennio. 

Le caratteristiche principali di questa espressione figurativa si esprimono con canoni ben riconoscibili quali la religiosità e la monumentalità.

Vediamo la smaterializzazione dell’immagine tesa verso l’astrazione, la spiritualità e il mondo soprannaturale. L’arte bizantina si caratterizza per la staticità e la ieraticità dei personaggi.

Si vuole rendere l’idea che i personaggi sacri rappresentati facciano parte esclusivamente della sfera divina e che quindi siano totalmente distaccati dall’ambito umano.

Si nota l’assoluta assenza di architetture o paesaggi, che vengono sostituiti da uno sfondo dal colore uniforme o dorato.

Durante i secoli in cui predomina l’arte bizantina si perdono i canoni dell’età classica ovvero il naturalismo e la plasticità, per evidenziare le caratteristiche divine delle figure. 

LE ICONE DEL MUSEO NAZIONALE DI RAVENNA

Realizzata su tavola di legno e dipinta o decorata con lastre in metallo prezioso, l’icona si sviluppa a partire dal V secolo, assumendo un significato particolare e carico di simboli.

Si tratta di un ritratto ideale della Madonna e di Gesù, che perde qualsiasi contatto con il tempo e lo spazio.

Si vuole trasmettere un preciso messaggio divino, espresso anche per mezzo dei colori utilizzati dall’artista, molto spesso un monaco.

Icona_Museo_Nazionale_Ravenna
Madonna Platytera – XVI sec – Museo Nazionale Ravenna
© José Luiz Bernardes Ribeiro / CC BY-SA 4.0

Guardando le numerose icone nel nostro meraviglioso Museo Nazionale di Ravenna, ci colpiscono la fissità della posa e dello sguardo che hanno i soggetti divini raffigurati.

Sebbene qui siano conservate diverse opere con le Madonne con Bambino nell’arte ravennate, ho selezionato questa immagine che esplicita chiaramente lo stile bizantino.

LA VERGINE CON BAMBINO IN TRONO

Il celebre mosaico in Sant’Apollinare Nuovo, realizzato a cavallo fra il V e il VI secolo, raffigura la Madonna in trono con il Bambino.

Mosaico_S_Apollinare_Nuovo

Con la sua disposizione frontale e ieratica, Maria tiene in grembo un vero e proprio piccolo adulto.

Gesù sembra un uomo in miniatura e non certo un bambino con fattezze infantili!

Gli abiti porpora e oro, il trono gemmato e la posa solenne ci suggeriscono un ambiente regale. 

La Vergine ci ricorda l’imperatrice d’Oriente (la Basilissa) mentre il Bambino, vestito come un senatore, sembra impartire un ordine piuttosto che una benedizione.

Visto che la foto non rende la bellezza di questo pannello musivo, vi invito a vederlo dal vivo con me, partecipando alla visita guidata SULLE ORME DI TEODERICO!

UNA MADONNA VENERATA

Un’altra celebre opera in stile bizantino che si trova in città è la Madonna Greca, un’immagine sacra del V secolo, oggi custodita presso la basilica di Santa Maria in Porto.

Scolpita a bassorilievo in marmo pario, la Vergine è in atteggiamento orante e ha un contegno solenne e compassato.

Madonna_Greca_arte_bizantina_Ravenna
© José Luiz Bernardes Ribeiro / CC BY-SA 4.0

Venerata per secoli, persino da papi e imperatori, è ancora oggi oggetto di culto e di adorazione: è considerata la patrona di Ravenna.

Tutti gli anni, in primavera, si svolgono le celebrazioni in suo onore, che culminano con la solenne processione lungo il canale Candiano.

Sebbene questa immagine non includa il Bambino, questa Vergine rientra perfettamente nel tema della maternità.

Infatti, le mamme in attesa e le signore desiderose di diventare madri si affidano alla sua intercessione. 

IL CAMBIAMENTO STILISTICO DELL’ARTE GOTICA

Questi canoni di fissità e rigidità che hanno caratterizzato e influenzato per secoli la storia dell’arte vengono totalmente neutralizzati dai grandi artisti rivoluzionari che hanno contraddistinto l’arte gotica

Nasce così una nuova modalità di rappresentazione artistica: i personaggi acquistano volume e peso nello spazio.

Gli sfondi perdono le tinte uniformi o dorate e mostrano architetture, oggetti e scene di vita quotidiana. 

Le figure sacre manifestano espressioni umane, muovono teneri sentimenti nel riguardante e il Bambino Gesù… diventa un vero e proprio fanciullo!

Mi piace immaginare lo stupore provato da coloro che hanno ammirato per la prima volta le opere appena realizzate, vere e proprie imprese rivoluzionarie rispetto allo stile precedente. 

In particolare, Giotto è davvero un innovatore del suo tempo! Sulla scia della trasformazione già iniziata dal suo maestro, Cimabue, la pittura del maestro fiorentino riprende e rende moderni i canoni artistici classici. 

Con le sue novità pone le basi, affinché un secolo dopo il pittore fiorentino Masaccio possa sancire con grande potenza la nascita della pittura rinascimentale.

L’ADORAZIONE DEI MAGI NEGLI AFFRESCHI DI SANTA CHIARA

Se analizziamo il ciclo degli affreschi trecenteschi di Santa Chiara, conservati presso il Museo Nazionale di Ravenna, notiamo che la lezione di Giotto è ben recepita da Pietro da Rimini, il maggiore esponente della scuola giottesca riminese.

L’artista si distingue comunque dal suo maestro, apportando la propria cifra stilistica come la paletta dei colori pastello e la morbidezza delle figure rappresentate.

Gli affreschi sono veramente stupefacenti e di mirabile fattura ma quello che attrae sempre la mia attenzione è la raffigurazione dell’Adorazione dei Magi, malgrado una sezione dell’affresco sia andata perduta.

Qui possiamo notare la grande differenza con le altre Madonne con Bambino di età bizantina. 

Infatti, ammiriamo la straordinaria rappresentazione del Bambino che, nell’atto di ricevere gli omaggi dai Magi, si sporge con desiderio ed impazienza per afferrare il primo dei doni, proprio come un vero pargolo. 

Affreschi_S_Chiara_Museo_Nazionale_Ravenna

Lo slancio per afferrare la coppa è bilanciato dalla gamba e dal piedino che sporgono dalla veste.

L’irrequietezza del bambino è mitigata dallo sguardo che lo stesso rivolge alla madre, quasi come a volerle chiedere il permesso di accettare il regalo.

Colpisce anche la dolcezza con la quale la Vergine guarda Gesù, un vero atteggiamento di tenerezza, impensabile in un’opera d’arte fino a pochi decenni prima.

Affreschi_S_Chiara_Museo_Nazionale_Ravenna

Queste sono solo alcune raffigurazioni che mostrano le Madonne con Bambino nell’arte ravennate, presenti in città.

Ho scelto le più significative per me e spero un giorno di potervi accompagnare per vederle da vicino, in tutto il loro splendore!

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