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LA LINEA GALLA PLACIDIA

La Linea Galla Placidia è un sistema di fortificazioni che corre lungo la costa adriatica, da Pesaro al Po, per circa 130 km. 

Viene predisposta dall’esercito tedesco nel 1943-1944, nel timore di uno sbarco degli Alleati sulle coste del litorale marchigiano-romagnolo.

Dopo la proclamazione dell’armistizio fra il governo italiano e gli Alleati, l’8 settembre 1943, Hitler e i suoi generali considerano l’Italia una nazione ostile. 

LE LINEE DIFENSIVE

Per questo vengono realizzate una serie di fortificazioni che tagliano letteralmente l’Italia dall’Adriatico al Tirreno, per evitare l’avanzata degli Alleati verso il cuore del Reich.

Così l’Organizzazione Todt, un’impresa tedesca privata che garantisce e preserva l’efficienza delle infrastrutture, viene incaricata di procedere con la realizzazione di questi baluardi difensivi.

Si sviluppano diverse linee fortificate come, per esempio, la linea Gustav, la linea del Volturno, la linea Caesar, la linea Trasimeno, la linea Hitler e così via.

La più importante di tutte è la Linea Gotica, una poderosa opera difensiva che corre da Massa Carrara fino alla provincia di Pesaro e Urbino.

Questa linea è fondamentale per il Reich, poiché garantisce la protezione del cuore dell’impero nazista. Occorre quindi difenderla ad ogni costo.

Lo stesso Hitler la ribattezza Linea Verde: un eventuale sfondamento di una fortificazione  dal tipico nome tedesco potrebbe avere gravi ripercussioni a livello propagandistico.

Il rischio, però, è che venga aggirata da uno sbarco come già avvenuto ad Anzio, nel tentativo riuscito di eludere la linea Gustav.

LA LINEA GALLA PLACIDIA

Nasce così la Linea Galla Placidia, lungo la costa adriatica del nord delle Marche, della Romagna e dell’Emilia fino ad arrivare al Bosco della Mesola.

Il procedimento di costruzione è così efficace che, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, perfino gli esplosivi non riescono a demolire i manufatti edificati in cemento armato.

Da noi amanti della storia questa può essere definita una “fortuna” e vi spiego il perché.

Nonostante i trattati di Parigi del 1947 prevedano il disarmo delle nazioni belligeranti, l’estrema difficoltà di eliminare questi elementi in cemento armato ne determina l’abbandono.

Per diversi anni bunker di difesa e di attacco e barriere anticarro giacciono indisturbati in mezzo a pinete o spiagge.

In altri casi questi manufatti vengono inglobati nelle proprietà private e utilizzati come cantine, depositi, fondamenta per nuove abitazioni.

La storia che li coinvolge è stata probabilmente troppo sofferta e recente, perciò gli stessi vengono letteralmente ignorati, con il rischio di dimenticarne la funzione.

Ma… c’è sempre un ma! 

I VOLONTARI

Alcuni appassionati di storia contemporanea e di riutilizzo ad uso civile dei residui bellici – insomma dei veri e propri cultori della memoria – decidono di indagare. 

Cominciano così a studiare le foto aeree scattate dagli Alleati durante le loro incursioni aeree del 1944.

Consultano anche diversi archivi, alla ricerca di informazioni utili alle loro indagini e procedono con un primo censimento.

Arrivano persino a suonare i campanelli delle case private per chiedere di poter vedere i bunker lì conservati!

Bunker, i volontari
Foto di Luca Cavallazzi

La loro opera non si limita allo studio e alla ricerca ma comprende anche la pulitura e la messa in sicurezza dei bunker abbandonati.

Bunker Punta Marina Volontari
Foto di Luca Cavallazzi

LE VISITE GUIDATE

Nascono quindi dei percorsi che permettono a noi guide turistiche di accompagnare i curiosi e gli amanti della storia a scoprire le vicende del territorio, durante la Seconda Guerra Mondiale.

Attualmente svolgo visite guidate tramite l’organizzazione Riviera Experience: i nostri itinerari, con la collaborazione delle Pro Loco locali si snodano lungo le strade e le pinete di Marina di Ravenna e Punta Marina Terme.

Bunker Tour Marina di Ravenna

Con la preziosa collaborazione del blog Cervia e Milano Marittima conduco tour anche sul lungomare Cervia e presso la pineta di Milano Marittima, sulle tracce dell’Aeroporto degli Alleati.

Cosa vediamo durante i tour? 

Bunker offensivi, predisposti per mitragliatrici, mortai o cannoni oppure bunker difensivi per il ricovero truppe o con postazioni di comando e di radio.

Sbarramenti anticarro denominati “Denti di Drago”, di cui racconto la disposizione originaria e la funzione.

Mi preme sottolineare che l’intento è quello di riportare alla memoria fatti e avvenimenti della nostra storia, che sembrano così lontani ma sono invece molto recenti.

Vogliamo cercare di comprendere e desideriamo sensibilizzare le nuove generazioni, affinché tutto questo non si ripeta anche se, purtroppo, l’attualità troppo spesso ci smentisce.

Sono infinitamente grata ai volontari che con il loro corsi di formazione e il loro entusiasmo mi hanno trasmesso questa passione: Bruno, Luca, Mario e Thomas sono stati preziosi con i loro aneddoti e le loro spiegazioni!

Ne volete sapere di più? Vi invito a consultare il blog Cervia e Milano Marittima (QUI) e a chiedere maggiori informazioni e prenotare tramite Riviera Experience (QUI).

Vi aspetto, per immergerci insieme nella coinvolgente storia della Linea Galla Placidia!

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Mirka

    La scorsa domenica ho partecipato ad un tour dei bunker a Punta Marina. Un esperienza unica, abito a pochi chilometri e non conoscevo l’esistenza di queste fortificazioni. La guida (Serena) bravissima, molto preparata e, essendo romagnola anche molto simpatica. Mi è piaciuto tantissimo e spero presto di partecipare anche alla visita ai bunker di Milano Marittima. Bravi ragazzi la storia non va assolutamente cancellata e sono proprio le memorie e ciò che rimane a far capire che il male deve essere conosciuto per non poterlo ripetere mai più.

    1. Serena Zecchini

      Grazie Mirka, mi fa piacere che la visita guidata sia piaciuta!

      È proprio vero, conoscere la storia deve servire a non ripetere più gli stessi errori…
      Un caro saluto,
      Serena

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